Intervista ad Agostino Arioli, fondatore e birraio
Come siete arrivati a diventare birrai? Quale è stata la vostra ispirazione?
“Si è trattato di un percorso nato da una curiosità infantile. Esperimenti di birre “primordiali”, create con ingredienti di fortuna, cereali crudi, luppoli selvatici. Il percorso nel tempo si è evoluto, diventando così da bevitore alla ricerca di birre diverse, quando ancora in Italia non esisteva niente di artigianale, ma solamenta alcuni Pub carbonari, che iniziavano ad importare le prime birre belghe, tedesche ed inglesi. Per la laurea in agraria ho fatto una tesi sperimentale sulla Poretti di Induno Olona, e ho avviato contemporaneamente, tra mille difficoltà in quanto era impossibile approvigionarsi di attrezzature e ingredienti, la mia attività da homebrewer. Durante un viaggio in Canada nei tardi anni ottanta mi sono imbattuto in un Brewpub , a Granville Island, una cosa che non avevo mai visto. Ho così deciso che quella sarebbe stata la mia strada. Nel 1996 abbiamo aperto il nostro locale, con produzione e mescita, a Lurago Marinone.”
Quale è la vostra filosofia quando si tratta di creare una birra nuova?
“Molti dicono che il Birrificio Italiano sia un birrificio classico, ma non c’è niente di meno vero. Le nostre birra hanno sempre una qualche caratteristica che la discosta dallo stile di riferimento. Una modifica, una particolare tecnica usata, cose che le rendono diverse. Un esempio? Il più facile, la “Tipopils”, spesso usata come esempio di Pils classica. È però prodotta con la tecnica del dry hopping, per un’aroma di luppolo più intenso. Si tratta di una tecnologia assolutamente estranea alle Pilsner classiche tedesche oppure ceche. Noi lo facciamo con la libertà che con il tempo ha saputo imporsi, fino ad originare uno stile autonomi, quello delle “Italian Pilsner”. In generale diciamo quindi che partiamo da qualcosa che ci piace, poi lo facciamo nostro.”
Quale è la vostra birra preferita che avete prodotto e perché?
“Sicuramente la “Nigredo”, una birra completamente sui generis, sia a livello di produzione che sensoriale. Una Lager scura prodotta con luppoli tostati, una birra di grande personalità e dal carattere inconfondibile. Oltre ad essere un grandissimo piacere da bere, rappresenta molto da vicino l’idea creativa di Birrificio Italiano e di me stesso come persona.”
Quali sono le sfide principali che incontrate nel mestiere di birraio?
“La sfida principale è quella di rimanere fedeli a se stessi e alle proprie idee, senza cedere a facili compromessi. Questo sia professionalmente che privatamente. Devi sempre trovare un equilibrio tra ciò che ti piace fare e ciò che al pubblico piace bere. Più che cercare il compromesso in termini di cosa e come produrre, troviamo sia intelligente partire da un prodotto realizzato come da gusti del birraio, e solo dopo cercare un pubblico di riferimento che lo sposa e lo apprezza.“
Quali sono le sfide maggiori nel mercato per le vostre birre?
“Vedi sopra: cercare e trovare un pubblico, costruirlo nel tempo, rimanere fedeli al prodotto che quel pubblico ha imparato ad amare, senza snaturarlo. Noi ormai abbiamo una certa età, e forse quella fase l’abbiamo già superata, i nostri clienti sono in genere persone che apprezzano particolarmente il nostro modo di lavorare e non ci abbandonano tanto facilmente. Rimane comunque sempre da trovare i modi per tenere vivo questo legame e non smettere mai di soprendere chi ci ha scelti.”
Quali tendenze o innovazioni vedete nel futuro della birra?
“In generale vediamo che c’è un ritorno alla semplicità, con stili facili da bere, essenziali, me ben fatti, e molta attenzione al tenore alcolico ridotto. Due elementi che ci sono molto affini e che abbiamo a cuore.”
Ci potete svelare se a Mendrisio porterete birre nuove?
“Al momento non abbiamo in programma birre nuove.”
Birrificio Italiano è una realtà pionieristica nel mondo della birra artigianale italiana. Fondato nel 1994 è aperto al pubblico dal 1996. È membro dello sparuto drappello di produttori che, gli uni inconsapevoli dell’esistenza degli altri, hanno iniziato in quel periodo un cammino di produzione indipendente, che sarebbe poi diventato l’odierno movimento birrario artigianale. Nato come Brewpub, Birrificio Italiano ha raggiunto nel tempo, grazie all’estro e alle capacità tecniche del birraio Agostino Arioli, un livello di fama e diffusione che lo rendono uno dei nomi più affermati del panorama craft mondiale. La produzione si concentra su birre “da bere”, nelle quali l’equilibrio è l’elemento essenziale, con sempre una componente sperimentale: la forte personalità e individualità dei prodotti sono evidenti tanto nella rivisitazione dei classici, che scardina i dogmi stilistici per reinventarli, quanto nelle produzioni più spiccatamente di rottura della linea Klanbarrique, incentrate su lunghi invecchiamenti in botte, impiego di lieviti selvatici così come aggiunta di frutta e spezie. Agostino Arioli