Intervista ad Enrico e Marco, soci fondatori e birrai

Come siete arrivati a diventare birrai? Quale è stata la vostra ispirazione?

“Dopo gli studi di agraria all’università di Milano, che era anche sede dell’associazione Unionbirrari, è iniziata la fase del homebrewing. L’ispirazione a diventare birrai è arrivata da  un amico belga, publican in Liguria. Abbiamo preso esempio dal Birrificio Italiano, dal birrificio Orso Verde e da Bi-DU.”

Quale è la vostra filosofia quando si tratta di creare una birra nuova?

“Per le birre più creative, il desiderio di sperimentare, di divertirsi e di usare ingredienti del territorio o comunque particolari. Per le birre in stile, cerchiamo l’equilibrio, l’armonia e la bevibilità. In tutte le birre deve sempre esserci la massima qualità possibile e il piacere di raccontare una storia legata alla birra.”

Quale è la vostra birra preferita che avete prodotto e perché?

“La Birra Madre. È la più sperimentale e particolare di tutte, letteralmente una nostra iniziativa, inedita a livello mondiale (la prima cotta è del 2009). Una birra fatta fermentare con il lievito madre da panificazione, legata molto al nostro territorio, all’amicizia con un grande panificatore brianzolo, all’amore per le birre Lambic. La Birra Madre si avvicina alle Lambic, pur non essendo una birra a fermentazione spontanea. Ma la pasta madre è spontaneamente già in equilibrio microbico con l’ambiente circostante. Una birra legata al fascino della lunga maturazione in legno (barriques di derivazione vitivinicola della Valtellina). Decisamente la Birra Madre non è riconoscibile come birra.”

Quali sono le sfide principali che incontrate nel mestiere di birrai?

“Facciamo tanta ricerca e sviluppo, abbiamo tantissimi prodotti, sempre in evoluzione. Gestire tutto questo, sia da un punto di vista produttivo che aziendale, è una sfida quotidiana. Trovare la quadratura, tra mille variabili, ed il giusto equilibrio non è facile. E poi la burocrazia italiana non facilita l’innovazone. Tutto ciò si scontra con un mercato sempre più competitivo. Anche reperire le materie prime di alto livello è sempre più complesso e costoso.

Quali sono le sfide maggiori nel mercato per le vostre birre?

“Molti produttori concorrenti, non riuscendo ad essere competitivi con i prodotti oppure avendo effettuato investimenti non calibrati, svendono le loro birre a prezzi molto bassi. Riuscire a competere nel mercato con la corretta marginalità, anche a fronte delle complicazioni gestionali e dei continui aumenti di costi, non è facile.”

Quali tendenze o innovazioni vedete nel futuro della birra?

“Dopo l’esplosione delle IPA non sono ci più stati prodotti in grado di condizionare fortemente il mercate. Purtroppo la tendenza, anche nel mondo artigianale, è verso il marketing che vince sul gusto e sulla qualità. Ma noi crediamo che solo grazie alla forte caratterizzazione e grazie all’altissima qualità si possa tenere testa alla concorrenza. Per quanto riguarda le innovazioni, non vediamo molto. Nell’Europa del Nord stanno avendo successo le birre analcoliche, cioè la birra sempre più come semplice bevanda. Una strada che invece stiamo percorrendo noi, e che è abbastanza pioneristica, è quella della mixology (cocktails a base di birra).”

Ci potete svelare se a Mendrisio porterete birre nuove?

“Porteremo la Birra Madre con aggiunta di albicocche (la Cocca di Madre)!!! Ma dapprima deve superare l’ultimo assaggio!.”

Il birrificio Menaresta nasce in Brianza nel 2007. Esso è molto radicato nel territorio, ma ha grande notorietà in tutta l’Italia. Il birrificio si caratterizza per la continua ricerca su birre nuove. L’assortimento è vasto, ispirato alla tradizione brassicola classica, ma anche alle nuove tendenze, comprese birre barricate e sour (la più nota è sicuramente la Birra Madre). Il birrificio ha ricevuto e riceve molti riconoscimenti e premi, soprattutto con La Verguenza. Dal 2019 il birrificio produce anche sidri, sia secchi che sour.

                                                                                                                                                                                                      Enrico e Marco